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Il titolo Truly in inglese significa "veramente" ed è stato scelto perché le opere dell'artista sono più vere del reale che rappresenta tramite la scultura in marmo. Per la prima volta l'artista propone in scala monumentale una serie di opere tatuate e appositamente realizzate per la città di Pietrasanta: nella piazza del Duomo dialogano tra loro alcune repliche classiche e un omaggio centrale a Michelangelo e al suo David. È un continuum storico con la società odierna con la quale l'artista spazia per l'intero percorso della mostra nella riacquisizione di un nuovo senso storico del gusto. Come un cortocircuito in cui l'autore sovverte quegli equilibri estetici con i quali siamo stati abituati a guardare la scultura: una bellezza classica e ideale che nessuno prima di lui aveva pensato di rivoluzionare con un'altra tradizione, forse anche molto più antica, quella dei tatuaggi, e nel suo caso specifico quelli giapponesi e sovietici. Due tradizioni che si scontrano e si accordano in un unico filo conduttore.